martedì 30 agosto 2022

Il racconto del 31 agosto



31 agosto, un giorno che non dovrebbe mai esistere sul calendario. Come fa a finire agosto? Me lo dite?

Il caldo, come fa a finire? Com'è che arriva il freddo? Come? Perché? Dov'è la giustizia? Perché devo battere i denti? Perché non posso sudare? Perché devo cercare il camino acceso, il termosifone, la coperta? Perché non posso stare in giro per casa nudo? Perché non posso uscire a qualunque ora con i pantaloncini e la maglietta corta? Perché devo essere bianco?

Agosto è come la domenica, luglio è il sabato, giugno è il venerdì. Sei felice perché sta finendo la settimana al venerdì. Ti riposi, esci, ti ubriachi. Sai che finirà, ma intanto non ci pensi. Intanto benvenuto venerdì.

Agosto, quando parte, già sei malinconico, come la domenica mattina. Ripensi a quello che hai fatto il sabato sera e ti deprimi che il giorno dopo è lunedì. Non riesci a non pensarci. Avoglia a dire mi godo agosto, ma ogni giorno che passa è un colpo al cuore. Non si fermare il tempo al primo agosto.

Non ce la fai a rallentare. I primi giorni di agosto vanno viaggiano non si fermano.

Poi passa qualche giorno e arriva ferragosto, che è un po' come la domenica pomeriggio. Ormai la festa è finita. C’è nostalgia malinconia profumo di pioggia.

Non può finire agosto, non può finire l’estate, non può finire un sentimento. 

Invece finisce eccome. 

E settembre come un avvoltoio si fionda su. Settembre si nutre di questo. E il fatto che neanche il nono mese dell'anno sia immortale non ti fa stare meglio. Perché? Perché ottobre è anche peggio, se possibile. 

I bagni al mare diventano sempre di meno. I pomeriggi più corti e più freddi. La sera, quando e se esci, devi portare con te un giubbino. Che coglioni ottobre. 

E non è giusto tutto questo. Non te lo meriti. Eri così felice a maggio, mentre arrivava finalmente il caldo, l'afa, il profumo dei fiori. 

Ripensi a luglio, quando la sera boccheggiavi e sudavi. Finivi di lavorare dopo le venti e ti fiondavi  in mare. E pensi a quanto manca. E pensi che devi superare il Natale, il freddo, gennaio che non finisce più. E non stai ancora a niente.

No, il 31 agosto non dovrebbe esistere. Io non sono preparato.



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Leggi il mio primo libro Il piano inclinato 

Leggi l'antologia di racconti scritti internamente da librai, alla quale ho partecipato Ti ho travato fra le pagine

mercoledì 10 agosto 2022

San Lorenzo - il racconto delle stelle cadenti




-Dov'è Gianni?

-Non è ancora arrivato.

-Il solito coglione.

-Va bene dai carica quella legna. Vedrai che ora arriva.

-Sì come al solito.

Giacomo stava scendendo dalla macchina con la sua chitarra, il suo spartito e tutte le note delle canzoni di Battisti pronto a sedere intorno al falò e a strimpellare. Erano passati gli anni del Bacardi Breezer, della Corona e della birra analcolica. Avevano trascorso su quella spiaggia di Gallipoli almeno gli ultimi dieci San Lorenzo e avevano atteso invano delle stelle che scendessero a regalare sogni nelle loro vite.

Laura e Clara continuavano nel loro pingpong.

-Ma se ha detto che viene, viene.

-Sì sì come al solito.

-Basta co sto solito.

Nel frattempo caricavano gli zaini pieni di costumi e teli mare e si dirigevano verso la spiaggia. Il sole stava tramontando.

Iniziavano ad arrivare anche gli altri ragazzi. Matteo era l'incaricato di portare la borsa frigo, aveva accuratamente, per tutto il pomeriggio, selezionato e diviso le birre, i superalcolici e gli amari. Chicca si doveva occupare della rosticceria, aveva scelto un buon forno nei pressi del lungomare e aveva recuperato pizzette, rustici e calzoni. Salvatore era andato nella macelleria di fiducia e aveva scelto la salsiccia, il capocollo e le bombette da arrostire sul fuoco. Roberto aveva setacciato il boschetto vicino al lido per recuperare la legna per mettere su un dignitoso falò. Chiaretta, Luca e Enrica erano andate avanti in spiaggia a bloccare il posto che li avrebbe ospitati per la serata e la notte.

-Secondo me non viene.

-None, viene.

-Sì, viene... Sarebbe già qui se avesse deciso di venire.

-Non avere fretta. Non avere ansia. E prendi sta cazzo di borsa pure tu che pesa.

Le due ragazze si erano divise il loro seppur piccolo carico di legna da portare nel lido. Una volta arrivate lì la spiaggia era già piena. Gruppi da venti, trenta ragazzi. Turisti, ragazzi e ragazze in acqua a fare il bagno, qualche fuoco già acceso, e la musica del deejay del lido. 

Si unirono a Chiaretta, Luca e Enrica e allargarono il loro spazio. 

-Che dici? Gli mando un messaggio?

-Mandaglielo se vuoi, che ti devo dire Laura...

-Mi devi dire sì o no? Come che mi devi dire?

-Allora ti dico no, nessun messaggio. Se viene viene.

-Ah se viene viene? Non eri sicura che veniva?

-Ma quando mai ti ho detto sicuramente viene?

-Prima...

-Ma doveeee? Ti ho detto che mi sembrava convinto, poi non sono nella sua testa.

-Quindi non viene?

-Basta, Laura. Andiamo a fare il bagno.


[continua...]


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