giovedì 30 giugno 2022

San Pietro e Paolo - il racconto della festa


C’è un bambino di sei anni, che ha passato metà della sua vita vedendo gente in mascherina, evitarsi e allontanarsi, rinchiudersi in casa, per uscire pochissimo, e si ritrova all’improvviso catapultato in un mondo di colori e profumi e odori e gente. Centinaia di persone. È la festa di San Pietro e Paolo che si apre davanti a lui. Rito, tradizione, sacro e profano al tempo stesso, attesa e speranza. Tre giorni che per i galatinesi vogliono dire solo una cosa: fermi tutti, ora tocca a lei. 


Gli occhi con i quali guarda i colori i giochi le giostre non sono niente in confronto allo stupore nel vedere così tante persone. Tutte vicine, tutte in fila una dietro l’altra. Guarda la madre, cerca la mano del padre. E’ impaurito e emozionato al tempo stesso. La normalità, finora, è stata altro. Correre e potere uscire, camminare liberamente, giocare ma soprattutto essere nella folla, lo destabilizza. 


La banda si fa sentire con un colpo di tamburo, e la processione può partire. Qualcuno spinge e tira per la giacchetta l’amico per conquistare un posto vicino alle autorità, qualcun altro chiede alla sua compagna se vuole seguire tutta la marcia a piedi o meno, vista l’alta temperatura, c’è un ragazzo, in ritardo come al solito che decide di evitare il traffico e aspettare che i santi passino da questa o quella stradina addobbata a festa. 


Dopo il tamburo della banda è il tamburello della pizzica a dettare i tempi della festa. C’è una ballerina vestita di rosso che già ha obbligato decine e decine di maschietti a stanziare e a costringere i loro occhi a veloci e repentini movimenti per seguirla e seguire il suo corpo e i suoi movimenti. E benché ce ne siano tante come lei, è lei ad attirare la folla. 


Una moglie lancia una gomitata al marito troppo attento ai suoi movimenti e al movimento del suo vestito che lascia poco, davvero poco, all’immaginazione. Specie dopo un po' quando, bagnato dal sudore, le si appiccica addosso. 


Arrivano altre ballerine e qualche ballerino, il ritmo sale, il caldo pure, ma è sempre lei la più osservata. E desiderata. E invidiata. È la festa anche dei peccati.


La festa. Dopo due anni di stop è tornata. La gente si riversa nelle piazze, i bambini e i ragazzi vanno spediti verso le giostre superando strade, auto e terra. C'è un ragazzo che potrà spendere un patrimonio tra macchine da scontro e ottovolante. Un altro che ha costretto il padre a dei sacrifici non indifferenti per sganciare la cinquanta euro. Un altro che sa già che non potrà fare neanche un giro sulle giostre. Ma è il più allegro di tutti. Sono anni che percorre la strada, arriva lì e se le guarda una ad una. Immaginando come sarebbe, finalmente, poter salire su ognuna di quelle. Non è triste. Anzi. La sua non è mancanza. È assenza. Non c'è mai salito, non può conoscere il sapore della mancanza. Si avvicina un signore che qualche minuto prima, portafogli in mano, stava facendo la fila alla cassa. Ogni anno lo ha guardato, e non ha mai trovato il coraggio di dire una parola. Gli sorride. Gli consegna una busta piena zeppa di gettoni. Gli sorride ancora e se ne va.


C’è una famiglia che gestisce un furgone dei panini, che si è messa in auto e ha percorso 40 chilometri per tre giorni di lavoro intensi ma fruttuosi. Quando si avvicina una comitiva di ragazzi è lei, la figlia più piccola ma più carina, a invogliare all’acquisto, con due e tre parole gettate lì pronte per essere raccolte, ma è lui il fratello maggiore a mettere sul fuoco la salsiccia non appena arriva l'ok da parte dei ragazzi.


C’è un ragazzo, che è disoccupato da tre anni, e che quando il gestore di un locale gli ha detto che cercava qualcuno per i giorni della festa si è reso disponibile, e si è messo a fare orari assurdi. Ha iniziato a spolverare e a disinfettare tavoli, e a servire cocktail, e a sorridere e a portare in giro conti e a spillare birra, e ad affettare salumi, sperando, illudendosi, di essere talmente indispensabile da rimanere lì a lavorare anche una volta passata quella bolgia di gente.


C’è un venditore ambulante di noccioline che ha passato la sua vita a pesare, contrattare, incassare e lamentarsi se qualcuno pensava che poteva “calare” le mani.

“Ma quelle sono dolci?” “Quanto costano queste?” “Mi da un etto di quelle gialle”

 

Ci sono passeggini che vengono spinti da genitori troppo stanchi che vanno avanti per inerzia. Non fanno in tempo a guardarsi intorno, a salutare altri amici anche loro con i bambini piccoli al seguito. Scorrono veloce verso le bancarelle dei giocattoli affinché il loro bambino non possa, vedere, chiedere, toccare.


Ci sono gruppi di amici che si ritrovano intorno alla fontana per poi decidere “Festa o giostra?” Ci sono due tipologie. La prima predilige prima fare un giro a piedi alla festa, e poi raggiungere le giostre. La seconda sceglie la prima sera di rimanere nella piazza tra le bancarelle e la seconda sera raggiungere la zona periferica dove tra tagadà e residence potrà sbigliettare e scatenarsi. Cosa faranno la terza e ultima sera di festa?


Ci sono due amici che non si vedono mai ma sono sulla stessa lunghezza d'onda a centinaia di chilometri di distanza. E allora, divisi da un vetro di un bar, mentre lui compone il suo numero per salutarla pensando di averla vista solo lui, lei si sbraccia da dietro il vetro pensando di averlo visto solo lei. Il display puntato sul vetro farà partire scoppi di risate e abbracci con il vetro.


Ci sono facce arrossate dal sole dalla mattina, ragazzi che hanno raggiunto la loro località marittima preferita e hanno passato l’intera giornata lì, per poi arrivare stravolti ma pronti una volta rientrati.


C'è una coppia che è partita per andare a vedere Cesare Cremonini in concerto ed ha rinunciato alla prima serata, e si è tuffata sulla seconda e ha aspettato la terza con infinita ansia. L'ansia di voler recuperare tutto.


Ci sono turisti che hanno scelto il Salento. Si sono rilassati, hanno mangiato e bevuto bene, hanno visto meraviglie su meraviglie, hanno incontrato gente del posto e dopo aver chiesto “Dov’è la festa?” hanno proseguito dritti lungo il marciapiede per poi lasciarsi travolgere e affascinare da tutti quei colori. 


Ci sono due ragazzi che assistono ai fuochi da un palazzo di periferia con in mano i loro spritz, guardandosi negli occhi e avvicinando pericolosamente le loro labbra. Entrambi hanno il cuore impegnato da un’altra parte e sono pronti a fare un patto così forte che serve solo a non ferire altre persone. Le emozioni vengono messe in un cassetto e se ci sarà tempo esploderanno con la prossima festa, fra un anno.