domenica 17 luglio 2022

Pezzenti



“Vai a vedere se c’è un ombrellone dai che siamo in ritardissimo…”

Andrea, trascinandosi sulla sabbia, seguì il consiglio di Barbara, la sua compagna.

Poi ci ripensò. Si fermò.

“Vieni con me che ci prendiamo un caffè mentre chiedo al bagnino.”

Arrivarono nel chioschetto del lido. 

“Due caffè” sentenziò Barbara mentre Andrea già aveva cambiato espressione.

Quando fu da lei, disse soltanto:

“Cafoni arricchiti”

“Che succede?” chiese la donna.

“Trenta euro per un ombrellone”

La donna si guardò intorno. Era pieno. Nonostante fossero solo le dieci e mezzo già la spiaggia strabordava di turisti e autoctoni che prendevano il sole sul lettino o facevano il bagno.

“Spostiamoci qui vicino. C’è la spiaggia libera” concluse.

Sistemarono le loro borse vicino una grossa pietra che utilizzarono per segnaposto, scalciarono i loro sandali sulla sabbia e misero a terra gli asciugamani.

La spiaggia era davvero assolata. A pochi passi da loro, una donna indiana esponeva la sua merce, nello specifico delle borse per il mare.

Andrea andò da lei. La guardò.

“Signora, le do dieci euro se quando siamo a fare il bagno dà uno sguardo alle nostre cose.”

“Non si preoccupi” rispose solamente lei.

Lui tornò in posizione, tolse la maglietta. Barbara fece la stessa cosa. “Sono al sicuro qui gli zaini?” domandò.

“Ho appena incaricato quella nera di controllare le nostre robe. Le ho promesso dieci euro” concluse.

“Bene, allora entriamo in acqua che si soffoca”

I due si avviarono verso la riva. Il primo contatto con l’acqua non fu traumatico. Quel luglio bollente aveva già riscaldato il mare. E anche se non lo avesse fatto, quella folta presenza di bagnanti avrebbe comunque azzerato ogni corrente di acqua fresca.

“Madonna, quant’è bello” disse Barbara uscendo dall'acqua e facendo scivolare i capelli neri lungo la testa, sollevando in aria i gomiti e facendo risaltare la frase di Ligabue tatuata tra il gomito e il polso.

Andrea se ne uscì solo con un “Rigenerante”.

Passò a fianco al negozio ambulante della signora indiana che fece un cenno di interessa come a dire “tutt’appost” e proseguì verso il loro posto. Infilò gli occhiali e si distese pancia in giù. Tempo due minuti stava già dormendo.

Fu svegliato, però, tempo altri due minuti, da un urlo della sua compagna.

“Il cellulare. Mi hanno rubato il cellulare”

Qualcuno si voltò. Qualcun altro pensò che non era il caso. Due o tre bambini smisero per qualche secondo di giocare a palla.

Si alzò di scatto. Corse verso la donna.

“Com’è che manca il cellulare?”

La donna lo guardò terrificata.

“Non è possibile. Non si è avvicinato nessuno”

“Mi prendi pure per il culo. L’hai preso tu?”

“No. Assolutamente” rispose lei.

Il figlio della donna, più terrorizzato di lei, si era rannicchiato in basso. Qualcuno iniziava a guardare verso la donna e a scuotere la testa.

“Dammi sto cellulare prima che chiami la Polizia”

“Io… io non ho niente” balbettò lei.

“Muoviti” le urlò contro a un certo punto.

Le donna abbassò il capo.

All’improvviso un calcio fece volare tre borse di paglia esposte. Un altro ne distrusse altre due. Una manata su un’altra borsa la aprì in due.

Il banchetto ormai era saltato. La donna tratteneva le lacrime. Il bambino si stringeva intorno alla sua palla. Fermo immobile. Con la testa bassa.

L’uomo si indirizzò verso il bambino. Gli strappò il pallone dalle mani.

“Lascialo stare” urlò la donna. Ma nessuno in spiaggia si mosse.

“L’hai preso tu il cellulare? Dammelo”

Il ragazzino scuoteva la testa e piangeva a dirotto per il pallone scalciato lontano.

Barbara arrivò sulla scena.

“L’ho trovato” disse soltanto “era nella tasca laterale” concluse alzando il mattoncino nero al cielo.

Andrea lo guardò. Poi si rivolse alla donna: “Mi scusi.”

Lei non disse nulla. Il bambino andò verso il pallone per recuperarlo.

“La prego di accettare questo soldi per rimborsare la sua merce” disse togliendo dal borsellino due pezzi da cinquanta euro.

“No grazie” rispose solamente la donna già china verso le borse che erano a terra, chiudendo definitivamente la discussione.




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