martedì 27 aprile 2021

Recensioni: "Disturbo della pubblica quiete" di Luca Bizzarri

 

"Disturbo della pubblica quiete" è il primo libro di Luca Bizzarri, edito da Mondadori e dato alle stampe nel 2021. Ho scelto di leggerlo per due motivi. In primis perché lo ritengo un comico gradevole, ma anche, seguendo i suoi spunti sui social nonostante a volte in disaccordo con lui - è capitato infatti che ci siamo confrontati su questo o quel caso -, un pensatore non banale, anzi. In secondo luogo per la copertina e il titolo. Ebbene sì, a volte si sceglie un libro per la copertina. 
"Disturbo della quiete pubblica" è un libro che ricostruisce uno spaccato dell'Italia contemporanea. Una storia che scava a fondo nei tempi dell'immigrazione, ma non solo. Una storia che ci parla di integrazione e di segregazione, di uguaglianza e di disuguaglianze, di sfruttamento e di speranza. Con un unico comune denominatore: non positivo, ma negativo. Ovvero essere vittima di qualcosa, ma anche di sé stessi. E' vittima di sé stesso Mamadou, extracomunitario arrivato in Italia per cercare fortuna e finito sulle spiagge a vendere calzini. E' vittima di sé stesso l'agente Rossetti, il bulletto di quartiere o giustiziere della notte, che pretende di risolvere a modo suoi i mali del suo tempo, ma alla fine rivelatosi forse il più altruista dei tre. E' vittima di sé stesso l'ispettore Pieve, incatenato in una situazione familiare pessima.
Vittime di sé stessi ma anche delle circostanze della vita, che però quando smettono di essere circostanze e diventano l'abitudine, fanno dei personaggi non più delle vittime, ma dei complici. Accettare dei sotterfugi per uscire dalla povertà, continuare a vivere in una situazione bordeline e pessima per sé e per gli altri, non è più una giustificazione, ma diventa una colpa.
La storia è originale e accattivante. Mamadou, prendendo a calci una porta, e disturbando un intero palazzo, pretende, all'arrivo della Polizia, di essere portato in galera. Lo chiede con forza. Anzi è l'unica cosa che chiede. Peccato che i due poliziotti, benché vogliano portarcelo, dal momento che sono a fine turno notturno, non possono far altro che constatare l'assenza di elementi che farebbero scaturire un provvedimento del genere. Ne nasce un lungo tira e molla che farebbe perdere la pazienza anche al più calmo degli agenti e un teatrino comico-drammatico in cui viene fuori la natura dei personaggi.
Le pagine scorrono in maniera rapida e veloce. Il lettore, che insieme agli agenti, si chiede perché Mamadou voglia andare in galera, lo scopre piano piano, accedendo senza freni alla sua storia personale. Classico, ma comunque piacevole, il finale in crescendo che incalza e sale di tono, pagina dopo pagina.
Consigliato.

Nessun commento:

Posta un commento