mercoledì 20 novembre 2013

"Tutti mi danno del bastardo" di Nick Hornby

Mi fa tremendamente incazzare Hornby. Lo aspetto per dei mesi, con ansia, conto i giorni che mi separano dall'uscita del suo ultimo libro e poi...mi ritrovo con un romanzo di neanche 100 pagine tra le mani. Mi manda in bestia. Le ultime due pubblicazioni "E' nata una star" (da cui credo sia stato tratto anche un film) e "Tutti mi danno del bastardo" sono davvero extra small. E non va bene.
Nick Hornby con "Tutto per una ragazza" e "Non buttiamoci giù", letti ormai anni fa, è diventato uno dei miei scrittori preferiti; per dirla con parole sue (tratte da "Alta fedeltà", romanzo-film anche questo) è entrato nella mia top ten.
Fatta questa premessa, "Tutti mi danno del bastardo" edito da Guanda (costo 9,00 euro) non ha affatto deluso le aspettative. Le storie che l'autore riesce ad inventare e a portare avanti sono non solo originali ma anche piacevoli e divertenti. Questo non significa che facciano parte di quella che possiamo chiamare lettura-soft, estiva per intenderci. Le sue avventure fanno riflettere, ti fanno incazzare, ti scuotono, ti fanno pensare. Poi ti fanno anche ridere. Ti fanno ridere di te stesso e dei personaggi. Ti fanno ridere dei difetti umani che sono anche i tuoi difetti.
Elaine, protagonista del racconto, fa la giornalista. Cura in particolare una rubrica in cui descrive il suo matrimonio con Charlie. Descrive le normali situazioni di coppia, le problematiche, le gioie, le sorprese. Tutto nella norma, insomma. Fin quando i due non decidono di fare il passo più difficile, quello della separazione.
Gli articolo ben presto diventeranno, come si dice in Italia, degli sputtanamenti. Il bastardo di cui inizierà a parlare la giornalista è proprio Charlie, e i lettori metteranno un secondo a capirlo. Lo capiscono i lettori distanti centinaia di chilometri dalla vita dell'uomo, ma, cosa ben più grave per la sua vita, lo capiscono anche i colleghi di lavoro, il suo capo, persino sua madre. Tutti sembrano da un giorno all'altro colpevolizzarlo, additarlo, criticarlo. Tutti sembrano, come succede in Italia, conoscerlo molto meglio di come possa conoscere lui se stesso. Tutti insomma lo identificano col bastardo.
Tutti tranne una persona, una donna che vive una situazione capovolta ma simile. Sarà questa combinazione a fare avvicinare i due, a renderli consapevoli della propria condizione. In un percorso fatto di sincerità e di complicità scopriranno il senso della situazione nella quale sono finiti.
La storia parallela si sviluppa mentre gli articoli della ex moglie e le invettive dell'ex marito continuano. Paradossalmente più Charlie riesce a mettere a fuoco la sua situazione e ad allontanarsi Elaine e a fregarsene degli articoli più questi diventano pesanti. Lo colpiscono nell'intimo, nella sfera sessuale, in quella morale. E tutto ciò mette anche a rischio il nuovo rapporto. Che, secondo me, diventa l'unica cosa a cui Charlie è intenzionato a dare importanza. Il marito della nuova amica di Charlie e la ex moglie di Charlie alzano il tiro, accusano, provocano, attaccano. E, come spesso accade, diventano vittime del loro stesso ruolo di carnefice.
Non mancheranno, e chi conosce lo stile di Hornby può capire, i riferimenti umoristici, paradossali, assurdi. Le frasi cariche di significato. I riferimenti alle virtù e ai vizi umani. Insomma non delude, né nei contenuti né nello stile. Solo purtroppo nella lunghezza.

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